il labrador e il gatto

Processi di socializzazione: il labrador e il gatto.

Cane e gatto convivenza impossibile?

La maggior parte delle persone che tenta di spiegare l’apparente inconciliabilità tra cane e gatto afferma che il problema riguarda sostanzialmente la “differenza di linguaggio”.

Un esempio può essere quello della coda: il cane che scodinzola vuol dire che è felice, mentre un gatto lo fa normalmente quando è molto nervoso.

Ciò comporta che quando un cucciolo incuriosito dal micio si avvicina con entusiastiche sferzate di coda, verrà interpretato dal felino come un essere “strano” e soprattutto molto arrabbiato e quindi pericoloso. Al contrario il cane potrebbe interpretare per giocoso un qualunque gatto che agiti nervosamente la coda e pronto ad aggredire.

Ma è veramente tutto limitato al differente codice di lettura dei segnali?

Il cane e il gatto sono in realtà molto più simili di quello che si pensi: entrambi piegano le orecchie all’indietro durante uno stato emotivo di disagio, entrambi sfruttano l’evitamento per evitare conflitti, entrambi espongono i denti come tecnica difensiva, entrambi ringhiano sommessamente in situazione di allerta ed entrambi preferiscono la fuga allo scontro ad oltranza.

Se il fraintendimento tra le due razze fosse quindi solo imputabile alla differente lettura del movimento della coda, dovremmo pensare che, nel corso della loro evoluzione, si sarebbero innescati meccanismi di apprendimento e di naturale adattamento, che avrebbero consentito di vivere serenamente insieme.

Le ragioni di una difficile relazione tra cane e gatto vanno ricercate dunque nelle caratteristiche sociali dei due animali.

Il cane è un essere sociale e come tale vive la vicinanza con altri individui come una condizione naturale e persino indispensabile al suo equilibrio emotivo.

Un cane che incontri un gatto normalmente gli si avvicina scodinzolando e, magari annusando l’area ano-genitale, può decidere di invitarlo al gioco con balzi e movimenti concitati.

Il gatto dal canto suo si sottrarrà con un passo via via più veloce, incentivando il cane a lanciarsi in un gioco predatorio.

Il gatto invece è un animale solitario che modula le distanze per evitare i conflitti o semplicemente il contatto fisico. Non ama vivere in branco e le regole sono dettate solo dall’istinto e non da gerarchie perfezionate nel tempo. E’ un essere discreto e riservato che si lascia avvicinare solo da pochi e selezionati individui.

Quindi cani e gatti hanno un diverso modo di interagire con il mondo esterno e da qui il possibile rapporto conflittuale.

Chi ha entrambi gli animali  sicuramente avrà compreso che una convivenza è possibile e anzi può dar luogo a delle bellissime amicizie.

C’è da dire che tutto risulta più facile se il rapporto inizia fin da cuccioli, in cui avverrà una sorta di imprinting. I piccoli si abitueranno alla presenza reciproca e al rispetto delle differenze.

La situazione si fa più dura se è un cucciolo ad essere inserito nella famiglia che ha già un cane o un gatto adulti.

L’inserimento dovrà avvenire in modo dolce e graduale e soprattutto non come imposizione.

Sarà naturale per loro cercare di conoscersi ed è bene supervisionare i primi momenti di contatto.

Dedicate molte attenzioni al cane, perchè non si senta trascurato e messo in secondo piano, mentre al gatto adulto garantitegli i propri spazi e la libertà abituale. Non sgridate troppo il cane se cercherà di marcare il territorio, tutelate e rassicurate il gatto che potrebbe vedere nel cucciolo un potenziale nemico.

Tutto dipenderà inoltre dal carattere specifico di entrambi gli animali: un indole mansueta, paziente e amorevole sicuramente aiuta nel rapporto interrazziale.

L’importante è non avere fretta, non forzare la cosa ed evitare continui rimproveri. In genere sono necessari 6/7 mesi per poter notare i primi cambiamenti nel comportamento di entrambi.

Nelle peggiori delle ipotesi si arriverà ad una situazione di pacifica indifferenza.

…e poi esistono i miracoli: la nostra Thai fin da cucciola è fidanzata con un gatto randagio, ora adottato da noi, di nome Otello.

Lo stupore fu tanto quando ci accorgemmo che la nostra cucciola di meno di tre mesi condivideva la propria cuccia con un gatto maschio adulto venuto chissà da dove e perchè…forse per farle da angelo custode!!

Un’amicizia incredibile, inspiegabile, pensiamo nata tra due cuori puri di un piccolo labrador e di un gattone eccezionale.