Il labrador e il lupo: cosa ancora li accomuna

 Il labrador e il lupo: cosa ancora li accomuna

PERCHE’ PROPRIO IL CANE E’ DIVENTATO IL MIGLIOR AMICO DELL’UOMO TRA MIGLIAIA DI MAMMIFERI?

La risposta va ricercata nel fatto che il nostro amato Labrador è in realtà un lupo vestito da cane ed è proprio nella personalità del lupo che si trovano i motivi di una scelta che ormai ha circa 10 mila anni.

Del lupo si è parlato spesso in termini negativi, sia nei racconti popolari, sia nelle fiabe sia a detta di molti allevatori di bestiame, ma è bene comprendere che proprio grazie alle formidabili qualità di questo canide, oggi possiamo accostarci ad un mondo tanto magico di relazione con un essere tanto diverso ma simile a noi: il cane domestico.

Ma allora se tutte le razze derivano dal lupo, perchè sono così differenti?

La risposta è molto semplice: essendo il cane il primo animale che l’uomo ha addomesticato, si ha avuto più tempo per effettuare delle selezioni e degli incroci, per un risultato sempre più congeniale alle esigenze umane.

Oggi i lupi che conosciamo e vediamo in televisione sono quelli tipici dei paesi nordici: i lupi russi, scandinavi e canadesi. Esemplari grossi, dal pelo molto folto e dall’aspetto feroce.

Il cane non ha avuto origine da questi soggetti ma da uno più piccolo e dalla pelliccia meno fitta, che viveva in zone più calde.

Il lupo asiatico, molto simile all’attuale cane selvatico.

Osservando i branchi di lupi si è appreso molto sulla vera natura di questo cacciatore.

Non si tratta assolutamente di una bestia crudele, bensì di una animale appartenente ad una specie estremamente organizzata sul piano sociale, capace di enormi sacrifici e aiuti reciproci all’interno del branco.

Una sana competizione è attivamente controbilanciata da collaborazioni di diverso tipo: nella caccia, durante l’accoppiamento, nelle gestione dei cuccioli e nelle azioni difensive.

E’ evidente che fu proprio la grande somiglianza tra la vita sociale dei lupi e quella dei primi uomini a creare quello stretto legame e attaccamento tra le due specie.

Inizialmente il rapporto deve essere stato solo competitivo.

Con ogni probabilità i lupacchiotti indifesi venivano catturati per essere mangiati, ma poi finivano per diventare i “giocattoli” dei bambini del villaggio.

I cuccioli crescevano così con l’idea di appartenere al branco di uomini e diventando adulti si comportavano probabilmente come cani da guardia, dando l’allarme in caso di intrusi.

Molto probabilmente, venivano usati anche nella caccia per via del loro fiuto eccezionale.

Così invece di mangiarli, l’uomo decise di allevarli, facendoli accoppiare ed eliminando subito gli esemplari più aggressivi a favore di quelli più mansueti e obbedienti.

Con l’avvento dell’agricoltura diventò ancora più importante custodire la proprietà e successivamente con l’allevamento di bestiame il lupo addomesticato divenne fondamentale.

Selezione

Le centinaia di razze che oggi conosciamo sono il risultato di programmi di selezione specifici per ottenere esemplari adatti ad un compito preciso.

Nel Medioevo le razze erano circa una dozzina in tutta Europa.

L’enorme esplosione delle differenti razze canine ci fu durante la rivoluzione industriale, dove il numero di cani divenne superiore alle effettive necessità.

Non potendo impiegare tutti i soggetti nel lavoro, nel diciottesimo secolo si organizzarono le prime gare per premiare il cane migliore e nel diciannovesimo secolo si era già arrivati a istituire le mostre canine regolamentate da precisi e severi standard.

Anche le famiglie reali vi parteciparono ostentando i lori cani definiti per la prima volta di razza pura.

Le città divennero sempre più grandi e la nostalgia per la campagna portò all’improvviso fiorire dei cani da compagnia.

Chi per primo si sentì intrappolato nel vortice della metropoli e della vita moderna, lontano dalle passeggiate e dalla natura, iniziò a considerare il cane come ultima fetta di piacere rurale. In un mondo di cemento e smog i cani simboleggiarono l’ultimo vero contatto con la vita genuina, vera.

Cosa che fanno ancora oggi!!

Il SESTO SENSO

Dal lupo le innumerevoli e stupefacenti capacità del nostro amico a quattro zampe.

I cani hanno il sesto senso, ma non vi è nulla di soprannaturale nella sensibilità canina.

Esso è dovuto a particolari meccanismi biologici grazie ai quali i cani hanno sviluppato forme di percezione differenti e molto più raffinate dell’uomo.

Essi ritrovano la via di casa anche se si sono allontanati di molto e si muovono su territori estranei con molta sicurezza. Questa è una qualità che si basa sulla loro capacità di avvertire variazione anche minime del campo magnetico della terra.

La maggior parte dei cani è in grado di “predire” la venuta di temporali o terremoti.

Può succedere che l’ animale si agiti molto, cominci ad ansimare o metta la coda tra le gambe in segno di paura e che arrivi persino ad ululare e tremare come se provasse dolore.

Questa forma di sensibilità è legata a un cambiamento nella pressione barometrica e alla variazione nel livello di elettricità statica. Oggi questo comportamento sembra senza senso, ma non bisogna dimenticare che per gli antenati selvatici era invece necessario preoccuparsi dei cambiamenti climatici, per proteggere i cuccioli dalle alluvioni.

Alcuni proprietari affermano che i loro fedeli amici, seppur raramente, “vedono i fantasmi”.

Durante una passeggiata l’animale improvvisamente rimane immobile, col pelo rizzato e inizia a ringhiare. Poi con la stessa rapidità, riprende a comportarsi come prima e continua per la sua strada. La verità sta nel fatto che il cane abbia avvertito un’ emanazione fortemente odorosa riguardante un’altra specie di animale: la volpe , la puzzola, il tasso, il ghiro, il pipistrello e stando fermo abbia trovato il tempo di decodificare i nuovi segnali di allerta.

Alcuni ricercatori hanno recentemente redatto una teoria secondo cui esistono dei rilevatori termici nel naso del cane, come già studiato per alcuni esemplari di serpenti. Questo spiegherebbe la capacità del Labrador  e di altri cani da salvataggio di capire se sotto le macerie è sepolta una persona ancora viva.