E’ etico comprare un cane?

Sensibilità e morale per l’acquisto di un cucciolo.

E’ etico compare un cane?

…i cani non si comprano, nessun essere vivente si compra!! Chi ama gli animali non adotta un cane di razza, ma quelli più bisognosi!!

Abbiamo deciso di scrivere questo articolo in risposta ad alcuni messaggi di persone amanti degli animali, che sostenevano con vigore e convinzione l’inadeguatezza nel voler vendere un essere vivente e speculare su di esso.

E’ giusto comprare un essere vivente?

La risposta è no, se per vendere si intende speculare sulla pelle di questi esseri allo scopo di arricchirsi.

Ma questo non è quello che fa un allevatore serio e soprattutto amante degli animali.

Egli si prodiga per rendere la sua razza del cuore sempre più diffusa e amata, producendo cuccioli belli, sani, con un buon carattere, ovvero quel tipo di cane che “NON SI ABBANDONA MAI”.

Le statistiche indicano che quasi la totalità dei cani abbandonati sono meticci, esteticamente poco armoniosi, senza valore commerciale, malati, aggressivi, non educabili.

Cuccioli  adulti disadattati, senza storia.

I cani belli, sani  con un buon carattere purtroppo non si trovano come regalo nel pacchetto di biscotti, ma sono frutto di un lavoro duro, costosissimo e di una sfrenata passione.

Ci sembra corretto parlare nel caso di vendita del cucciolo, di rimborso per tanto lavoro e poi se questo impegno di selezione e cura impegna gran parte della vita dell’allevatore, vi sembra così strano e immorale che i ricarichi possano far vivere più decorosamente?  O magari essere utilizzati per ulteriori investimenti, studi e corsi di aggiornamento?

Allora di cosa un allevatore serio si deve vergognare?

Chi si vergogna quando si acquistano prodotti sani al negozio, anzichè cercare solo quelli che costano meno?

Chi si vergogna quando si interpella un medico specialista laureato, anzichè la zingara o la vicina di casa?

Rivolgersi contro gli allevatori seri e preparati vuol dire favorire gli “abbandonatori” di cani, perchè senza di loro quelli da adottare non ci sarebbero.

Chi acquista un cane di razza deve in realtà essere orgoglioso, per non aver dato corda agli pseudo-allevatori, ai “cagnari”, agli accoppiatori coatti, nè a chi parcheggia i cani nel canile.

Chi decide di possedere un cane di razza è contro il randagismo!!

Il cane gratis non permette, alla persona intenzionata all’adozione, di riflettere con attenzione.

E’ come quando, pur non avendo molta fame, viene proposto del cibo gratuitamente o viene offerto in regalo un gadget completamente inutile.

Chi non lo accetta senza neppure pensarci?

Quando ci si reca al canile chi sa illustrarci la storia reale del cane, l’evoluzione fisica che avrà, la sua indole e il suo stato di salute dal punto di vista ereditario?

Chi ci può assicurare che quel cagnolino sarà mansueto, obbediente, non troppo vivace e non aggressivo? Nessuno!!

Nel completo rispetto e amore per tutti i cani compresi i cosiddetti” fantasia”, ci permettiamo di affermare che chiunque sostenga che vendere un cane sia una cosa immorale, prima dovrebbe chiedersi se non sia veramente poco etico favorire e promuovere la presenza di un numero sempre più elevato di cani meticci all’ inno “abbasso il cane griffato”, senza chiedersi il perchè vengano abbandonati con questa incredibile frequenza e senza sapere che dietro i canili spesso ci sono giri di persone e denaro poco puliti.

Se si volesse poi allargare la visuale bisognerebbe chiedersi se sia giusto addomesticare un’ animale, tenerlo in casa o in giardino, oppure al guinzaglio.

Dovremmo incolpare l’ uomo primitivo che per primo ha creduto in questo fedele compagno di vita, trasformandone l’ indole e le abitudini.

La morale a favore degli animali dovrebbe, inoltre, abbracciare il tema dei farmaci testati sui cuccioli, il consumo di carne, l’uso di pelli e pellicce.

Coloro che irrispettosamente o inconsapevolmente criticano il lavoro altrui con toni molto decisi, meriterebbero la nostra considerazione se fossero: vegetariani, vegani, non possedessero abbigliamento di pelle, non consumassero farmaci  e cosmetici di laboratorio, non indossassero maglioni di lana e, allargandoci ad un’ etica di comportamento ancor più ampia, non possedessero uno smartphone per l’uso spropositato di acqua per produrlo, non acquistassero mai abbigliamento e scarpe sportive delle più famose marche, per lo sfruttamento minorile nei luoghi di produzione e non favorissero il turismo negli Stati Uniti dove la raccolta differenziata dell’ immondizia non esiste e l’inquinamento da Co2 è secondo solo alla Cina, per via delle vetture senza filtri e dalle cilindrate da camion… e… altri esempi si potrebbero sprecare!!

E’ vero, limitare i danni è nostro dovere!!

Bisognerebbe partire dalle cose più serie e non azzerare la passione e la professionalità di chi desidera lavorare seriamente, anche in cambio di una somma di denaro, che non arricchisce nessuno, ma contribuisce a valorizzare e incentivare il proprio progetto.

La cinofilia è storia, cultura e tradizione.

Esiste il “canificio”, l’allevamento in batteria, l’accoppiatore senza scrupoli, ma ciò è lontanissimo dal nostro concetto di selezione e cura del Labrador Retriever.

SPUNTO DI RIFLESSIONE

L’unico ente che in Italia raccoglie dati ufficiali su cani e gatti randagi presenti sul territorio nazionale è la LAV. Dalle ultime stime pubblicate nel 2018/2019 possiamo trarre alcune fondamentali indicazioni su tale problematica:

  1. Animali presenti nei canili: il dato complessivo indica un numero pari a 200mila animali.
  2. Costo medio annuo per animale 1000 euro, vita media di un cane in canile circa 7 anni e quindi un costo annuo di circa 7 mila euro per animale.
  3. Totale mantenimento di ogni struttura ricettiva di circa 200.000 euro annui.

Commentate l’articolo, perchè, ritenendo che le verità assoluta non esista, il confronto è l’unico mezzo per crescere e completarsi.